Non tutti e non in tutti i luoghi puoi trovare artisti, o meglio, puoi trovare persone amanti del bello.
Puoi incontrare gente comune, chi si accontenta di vivere come sempre ha fatto, chi esiste senza vivere veramente. Gli amanti del bello, prima di tutto, non sanno di essere potenziali artisti perché amano semplicemente quello scorcio, annusano quel particolare profumo, osservano quella coppia come si tiene per mano. Sono potenziali artisti ma non lo sanno. Chi é artista ha fatto un passaggio ulteriore, e cioé é riuscito a convertire il bello in arte, e questo, oltre che di una difficoltà estrema, non é da tutti gli amanti del bello. Se non ami il bello, però, non puoi essere artista.
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Ti costringono a guardarla per le strade, sui cartelli stradali, nei muri della tua città. Non parliamo di graffiti, di schizzi sui muri, di colori che imbrattano solo le nostre città: parliamo di guerrilla art, la "guerriglia artistica urbana". L'arte è di tutti, non solo di chi se lo può permettere, e allora proponiamola a tutti, facciamola vedere! Dipinti sui muri delle case, strisce colorate per la strada al posto di quelle orribili strisce bianche, cartelli stradali modificati. Ci obbligano a guardarla e, se devo essere sincero, la cosa mi piace.
L'arte è sempre stata confinata alle gallerie d'arte, a pochi eletti, a qualche personaggio che si può permettere di entrare alla Biennale di Venezia. Noi comuni mortali non dobbiamo guardarla l'arte, non siamo in grado di capirla. Allora l'artista che fa "guerriglia" con l'arte ci lascia un quadro lì, nella piazza, proprio mentre stiamo passando, oppure disegna un'opera su un muro, proprio in quello spazio che ogni mattina vediamo quando andiamo a lavoro. Non si tratta quindi più di scegliere se vogliamo vedere arte o no: ce la sbattono in faccia, come fa la TV con la pubblicità. Dico solo una cosa: lo voglio fare anch'io, voglio fare in modo che la mia arte possa essere distribuita "forzatamente" almeno in tutta Italia. Per il resto del Mondo poi si vedrà Viviamo in un'epoca ridondante di stimoli ma povera di informazioni reali.
E questo si ripercuote sull'arte, su tutta la produzione umana. Ci troviamo di fronte a quadri, a statue, ad installazioni, che hanno un senso di incompiuto disarmante, che sembrano abbozzate e che magari contengono delle buone idee; ma poi queste idee non vengono convertite in sensazioni. Sembra quasi che questa ridondanza di informazioni, influisca talmente prepotentemente nell'arte, da non riuscire più a far comunicare nulla. Prendiamo i concorsi di arte più famosi ed andiamo a spulciare tra i selezionati, tra i vincitori: una tristezza disarmante, una mancanza di ricerca completa, un senso di immaturità senza precedenti. Capisco che l'arte debba anche essere "vendibile" e quindi debba essere commerciale il più possibile, cercando quindi di coniugare la bellezza alla "fruibilità" dell'installazione nel mercato, ma ci troviamo di fronte a lavori veramente imbarazzanti selezionati da curatori di fama. Sarà la volontà di dare a tutti una possibilità? Sarà la volontà di scegliere senza guardare la maturità dell'artista, o la sensazione che la sua arte mi lascia dentro? Sembra poi che i vincitori di tali concorsi siano destinati al più profondo oblio e che solo una minima parte poi, matura artisticamente ma anche personalmente, continui a fare arte e che poi sappia promuoversi, sappia fare tesoro della vittoria a quel concorso per rilanciarsi, per trovare stimoli nel crescere. Credo che la responsabilità dei selezionatori ai concorsi di arte o alle mostre di una certa rilevanza, non sia tanto di valutare un'opera (ed un artista) in quello che presentano, ma in quello che potrebbero diventare dovessero vincere. Impresa ardua ma senza dubbio imprescindibile. Non tocco con il pennello la tela, non lo sfioro neppure.
Schizzo, lancio il colore, uso lo spray. Ho quasi paura di sfiorare la tela col pennello, di rovinare il canvas, di inquinarlo con un tratto forse incerto, di renderlo inutilizzabile, di rovinarlo per sempre. Ho bisogno di spazio, di quadri molto grandi. Ho bisogno di arredare spazi moderni, case giovani e di gente alla ricerca di una botta di colore, o di scritte che non sbiadiscano con gli anni. Uso colori vivaci, a base acrilica, luminosi e lucidi. Cerco l'equilibrio nel dosare le gocce di colore, nel rimandare su tela quei pochi sentimenti che ancora riesco a trasmettere... Perchè trasmettere dei sentimenti è molto difficile, quasi inumano. Ed è questo che divide l'artista dal resto del mondo: l'artista riesce a trasmettere più o meno qualcosa di profondo... L'uomo comune non sempre ci riesce. |
Abstract"Ed è questo che divide l'artista dal resto del mondo: l'artista riesce a trasmettere più o meno qualcosa di profondo... L'uomo comune non sempre ci riesce." |